La pandemia di COVID-19 ha portato a cambiamenti significativi nella vita di molte persone in tutto il mondo. Oltre alle conseguenze fisiche, come la diffusione del virus e le malattie associate, la pandemia ha avuto un impatto significativo sulla salute mentale delle persone. In particolare, si è osservato un preoccupante aumento delle diagnosi di disturbi alimentari, come l’anoressia e la bulimia.
Il legame tra COVID-19 e Disturbi Alimentari
L’isolamento sociale, lo stress, l’ansia e la depressione sono stati alcuni degli effetti collaterali psicologici causati dalla pandemia di COVID-19. Le restrizioni di lockdown, la perdita di lavoro, i problemi economici e la paura costante del contagio hanno contribuito a un aumento significativo dei livelli di stress e ansia nella popolazione. In risposta a questi fattori, molte persone hanno sviluppato disturbi alimentari come meccanismo di coping. Secondo una ricerca condotta dall’ISS il 18,2% dei ragazzi tra 11 e 15 anni è in sovrappeso e il 4,4% obeso; l’eccesso ponderale risulta maggiore nei maschi e nelle Regioni del Sud. Rispetto alla precedente rilevazione effettuata nel 2017/2018 i valori risultano in aumento per entrambi i generi.
Tra i comportamenti alimentari scorretti, permane l’abitudine di non consumare la colazione nei giorni di scuola, quella di mangiare poca frutta e di consumare molte bibite zuccherate/gassate.
L’impatto dell’isolamento sociale e dello stress
L’isolamento sociale è stato uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo di disturbi alimentari durante la pandemia. La chiusura delle scuole, il telelavoro e le restrizioni di spostamento hanno portato a una mancanza di interazioni sociali e di supporto emotivo. Le persone si sono trovate spesso sole, con una maggiore disponibilità di cibo e meno regolamentazioni sulle abitudini alimentari, il che ha contribuito a un aumento delle problematiche legate all’alimentazione.
Chi è più colpito
Mentre i disturbi alimentari possono colpire individui di diverse fasce d’età e di entrambi i sessi, alcune categorie di persone sembrano essere particolarmente vulnerabili durante la pandemia. Gli adolescenti e i giovani adulti, già a rischio a causa dei cambiamenti fisici e delle pressioni sociali, sono stati particolarmente colpiti dall’isolamento sociale e dalla riduzione delle attività ricreative. Anche le persone che hanno sperimentato la perdita di lavoro o gravi difficoltà economiche sono state maggiormente esposte ai disturbi alimentari, a causa dello stress finanziario e delle preoccupazioni per la sicurezza alimentare.
L’importanza del supporto e del trattamento
È fondamentale fornire supporto e trattamento adeguati alle persone che soffrono di disturbi alimentari causati dalla pandemia. Gli operatori sanitari e i professionisti della salute mentale dovrebbero essere pronti a riconoscere i segnali di allarme e ad offrire un sostegno tempestivo.
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