La maggior parte dei pazienti che consultano il neurologo soffre di cefalea. Ecco perché lo specialista ideale per affrontare il problema è un neurologo che si occupi nella sua pratica clinica prevalentemente di cefalee ed algie facciali.
In Italia si stima che vi siano quasi 7 milioni di soggetti che soffrono di emicrania.
La cefalea non è una malattia che mette in pericolo la vita di un paziente ma è una condizione invalidante che interferisce sensibilmente con l’attività lavorativa e ricreativa di chi ne soffre.
E’ necessario porre, da parte di uno Specialista in Cefalee, una diagnosi di certezza in modo da garantire che quel numero ristretto di pazienti con patologie organiche venga rapidamente identificato e trattato appropriatamente.
Nella maggioranza dei casi si può fare diagnosi solo basandosi sulla storia clinica del paziente e l’esame neurologico serve ad escludere il sospetto di una cefalea secondaria. Pertanto per una diagnosi di emicrania, o di cefalea di tipo tensivo, o di cefalea a grappolo non servono le indagini strumentali spesso prescritte al paziente o da questo richieste.
Qualche consiglio prima di incontrare lo specialista:
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Occorre compilare il diario della cefalea. Redigere la storia personale (“biografia”) del mal di testa può aiutare sensibilmente lo specialista nel ricostruire la frequenza, durata e intensità della cefalea, gli eventuali sintomi ad essa associati ed il consumo di analgesici.
Il diario della cefalea è infatti importante per stabilire i fattori che scatenano gli attacchi (cibi, ciclo mestruale, viaggi, stress, ecc.). Oggigiorno, per comodità si da la preferenza ad un diario digitale ( app: Headapp).
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E’ utile annotare i trattamenti (farmacologici e non) eseguiti in precedenza.
La valutazione delle malattie intercorrenti e dei farmaci assunti in precedenza aiuta lo specialista nella scelta delle opzioni terapeutiche; anche l’elenco dei farmaci che non sono risultati efficaci è di ausilio nel processo decisionale.
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Il paziente deve fissare un appuntamento espressamente per il mal di testa.
La storia del mal di testa, l’anamnesi familiare ed una valutazione di eventuali patologie coesistenti sono un momento importante nella valutazione dell’intero panorama che ruota intorno alla cefalea. Un esame appropriato del paziente (“storia clinica”) occupa la maggior parte del tempo della visita dello specialista le cui competenze si riconoscono proprio su come viene indagata la cefalea.
Viene poi il momento in cui si apre la porta dello specialista e qui è importante:
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Discutere dell’impatto della cefalea. Valutare la qualità della vita di un cefalalgico e l’impatto sul lavoro, la vita familiare e sociale.
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E’ bene esaminare le possibilità di trattamento. Poiché vi sono diverse vie di assunzione di farmaci e numerosi tipi di trattamento farmacologico e non farmacologico è necessario individuare quelli che possano avere maggiore successo.
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Occorre concordare una strategia terapeutica. Convenire con lo specialista su un trattamento che funzioni è quanto si aspetta un paziente. Le domande più comuni da fare quando si concorda una strategia dovrebbero essere le seguenti:
Come assumere il farmaco (farsi spiegare bene le modalità) ; per quanto tempo continuare la terapia (una terapia non è per un mese o per sempre) ; quali sono i possibili effetti collaterali (meglio saperli prima per non sospendere il trattamento senza ragione); quando inizierà a “funzionare” il farmaco (ogni terapia ha i suoi tempi) ; cosa fare se la cefalea non passa (e se lo specialista è raggiungibile al bisogno) ; informarsi se il farmaco è “mutuabile” (a volte vengono prescritti integratori o altro che possono risultare onerosi); quali sono i segni che indicano quando la cefalea non è ben controllata (ad es. frequenza degli attacchi, uso di analgesici, ecc). In quest’ultimo caso il diario consente di valutare i segni di allarme della mancanza di risultati.
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Programmare le visite di controllo. Controlli periodici sono importanti per modificare/ adattare il trattamento o il dosaggio dei farmaci e trattamento. Un riscontro clinico ogni 3-4 o più mesi consente di adattare la terapia al quadro clinico con modifiche delle dosi o dei farmaci. Controlli clinici troppo distanziati non consentono un monitoraggio ottimale della patologia.
Una volta lasciato lo specialista occorre iniziare la gestione della patologia. Per aumentare le possibilità di successo del protocollo di lavoro concordato con lo specialista, bisogna tenere in considerazione alcuni fattori semplici ma importanti che si chiamano Compliance terapeutica.
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Bisogna assumere il farmaco secondo la prescrizione del medico. L’assunzione di una dose maggiore di farmaco non necessariamente comporta un risultato migliore; anzi, può portare ad un aumento della frequenza delle cefalee.
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E’ bene anticipare gli eventi. I pazienti con cefalea dovrebbero avere i farmaci sempre con sé ed assumere il farmaco se il dolore aumenta rapidamente in una-due ore.
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E’ utile compilare un diario della cefalea. Il monitoraggio aiuta lo specialista a personalizzare il trattamento necessario e ad avere informazioni su cosa è utile e cosa è dannoso. Il diario digitale consente anche uno scambio più immediato delle informazioni attraverso il telefono.
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Non dimenticare di monitorare lo stile di vita indicato dallo specialista. L’alimentazione, l’esercizio fisico, il riposo ed il controllo dello stress sono elementi importanti per aumentare l’efficacia del trattamento quasi quanto i farmaci prescritti .
Infine occorre rammentare che i pazienti con cefalea devono contattare il loro specialista quando interviene un qualsiasi cambiamento della cefalea. Se per esempio vi è un cambiamento di frequenza, del tipo e dell’intensità della cefalea; in caso di intolleranza ai trattamenti; se insorgono o peggiorano patologie come asma, depressione, ansia e se vi è una gravidanza occorre contattare lo specialista di fiducia.