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Pulpite: l’agonia del dente che “pulsa”

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Quando una carie viene trascurata tende a procedere progressivamente dall’esterno del dente verso il suo interno, ovvero dallo smalto alla polpa. L’infezione che colpisce la polpa del dente è la causa scatenante della pulpite: un processo infiammatorio contraddistinto da un dolore pulsante, intermittente o continuo. Se non trattata tempestivamente, la pulpite dentale – una delle più frequenti cause del mal di denti – può portare alla morte del dente e a sgradevoli conseguenze come parodontite, ascessi, cisti e granulomi apicali.

Perché il dente muore?

L’infiammazione classicamente è accompagnata da quattro sintomi od eventi principali che sono dolore rossore gonfiore ed impotenza funzionale. Quando ciò avviene a carico della polpa dentale, avviene un fenomeno particolare che è l’auto strangolamento : la polpa dentale si trova in una camera chiusa e rigida all’interno del dente, la così detta camera pulpare. Il gonfiore che caratterizza l’infiammazione viene bloccato dalla dentina e la pressione che ne deriva oltre a determinare un dolore violentissimo non consente più al sangue di arrivare alla polpa dentale che muore “ soffocata”.

I principali sintomi della pulpite dentale

I segnali di avvertimento che il nostro corpo ci lancia, quando la polpa del dente è sotto attacco batterico, sono diversi ma tutti contraddistinti da una fastidiosa sensazione di dolore. Quelli che contraddistinguono la pulpite del dente sono:

  • aumento della sensibilità del dente agli stimoli termici e ai cibi contenenti alte quantità di zuccheri o acidi
  • sensazione di pulsazione del dente, data dall’aumento di pressione nei vasi sanguigni della polpa durante l’infiammazione
  • dolore durante la masticazione, quando la pulpite al dente è già in fase avanzata

Il dolore provocato dalla pulpite dentale, non a torto, è considerato uno dei peggiori a cui si possa incorrere. Negli stadi più avanzati, da sporadico diventa continuo, fino a regredire: in questo caso non bisogna essere lieti perché significa che è in corso una necrosi pulpare, ovvero la morte del dente. Spesso questa patologia è complicata da localizzare perché la percezione del dolore da pulpite è irradiata ed è difficile riferirla ad uno specifico dente.

Mal di denti e pulpite: le cause

Una carie che ha iniziato a ‘corrodere’ il dente in profondità è spesso la causa scatenante della pulpite. Anche i traumi e le fratture dentali espongono la polpa del dente all’azione dei batteri, rendendola più vulnerabile. In questo caso è importante intervenire immediatamente sulla lesione, prima che i batteri inizino a colonizzare la polpa. Altri traumi di tipo cronico, come quelli dovuti ad una scorretta masticazione o al bruxismo, cioè il digrignamento dei denti durante il sonno, possono causare lesioni e micro fratture che espongono alle infezioni l’interno del dente. In casi più rari, la pulpite può essere scatenata da ripetuti ed eccessivi stimoli termici.

Pulpite acuta e cronica: tutti gli stadi della malattia

La pulpite può attaccare il dente in forma acuta o cronica, può essere reversibile come no. Vediamo le principali tipologie e distinzioni possibili per questa patologia:

Iperemia pulpare

Si avverte un improvviso dolore acuto in risposta ad uno stimolo termico, spesso durante i pasti. È il primo campanello d’allarme del dente in pulpite. Se presa in tempo, si tratta ‘solo’ di iperemia pulpare, un fenomeno reversibile che può regredire spontaneamente. Una volta che il dentista avrà rimosso la carie, ricostruito l’elemento e garantito in questo modo la protezione della polpa, il dolore cesserà.

Pulpite reversibile

L’infezione ha già intaccato la polpa, ma l’infiammazione non è ancora molto pronunciata e i danni al tessuto sono di lieve entità. In genere, questo stadio di pulpiti dentali è caratterizzato da un’alta sensibilità ai dolci, ai cibi e alle bevande fredde; è frequente avvertire un fastidio o un dolore anche durante il morso. Ma non è ancora presente gonfiore e anche in questo caso il problema si risolve eliminando la carie e disinfettando.

Pulpite irreversibile

Se non si interviene in tempo, l’infiammazione diventa irreversibile. In questo caso il dolore da pulpite è continuo e si manifesta in modo continuo e spontaneo, senza bisogno che la masticazione o altri stimoli termici lo scatenino. È irradiato e ciò significa che il paziente fatica a localizzarlo con precisione. Spesso la pulpite causa dolore notturno, per via del flusso sanguigno favorito dalla posizione supina; non a caso molte persone affette da pulpite dentale si presentano dal dentista dopo una notte insonne. Per debellare l’infezione è necessario asportare il tessuto pulpare ormai infetto.

Pulpite necrotica e devitalizzazione

La diretta conseguenza della pulpite è la necrosi del dente, quello stadio più comunemente conosciuto come ‘dente morto’. In questa fase il dente perde progressivamente la sua vitalità e l’esposizione al calore è insopportabile; al contrario, l’acqua fredda porta sollievo. Il dolore, quando la pulpite è prossima a causare una patologia parodontale, si avverte al solo contatto col dente. In alcuni casi compaiono gonfiori, ascessi e scurimento del dente. Sintomo della necrosi è il dolore che, paradossalmente, diminuisce: è infatti frequente che il paziente cada in errore, pensando che il problema stia regredendo. Con questo quadro clinico, per evitare l’estrazione, al dentista non resta che procedere con l’apertura della camera pulpare e la devitalizzazione del dente, che viene così svuotato dal materiale infetto, disinfettato e otturato.

Pulpite acuta: cosa fare in attesa del dentista?

L’antidolorifico per la pulpite è soltanto un rimedio temporaneo, per attenuare il gonfiore in attesa di recarsi dal dentista. Anche l’antibiotico, che è somministrato dallo specialista soltanto in fase di devitalizzazione, da solo non sconfigge l’infezione. Può circoscrivere l’infiammazione ma non guarirla.

Cosa fare allora per prevenire la pulpite del dente? Innanzitutto è indispensabile limitare cibi ricchi di zuccheri, evitare frequenti sbalzi termici e fare della corretta igiene orale una buona abitudine, scongiurando così il pericolo di placca e carie. Fissare regolarmente visite di controllo presso lo specialista di fiducia diventa imprescindibile. Se la pulpite è di origine termica (ma questo sarà il dentista a dirlo), si può limitare il dolore e assumere cibi e bevande tiepide (circa 37 gradi). Ma per guarire davvero servono cure e trattamenti adeguati. Attraverso esami strumentali il dentista può localizzare il dente colpito da pulpite e correre ai ripari, nella maggior parte dei casi tramite devitalizzazione.


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