Nutrizione

Come prevenire l’obesità infantile: 10 consigli in tavola

bambino che mangia mirtilli
Foto di Anastasia Shuraeva da Pexels

L’obesità è una malattia in continua espansione, anche tra i bambini. Saperla riconoscere e trattarla è fondamentale per la salute dei più piccoli.

Che cos’è l’obesità infantile

L’obesità infantile è una malattia caratterizzata da un eccessivo accumulo di grasso corporeo che espone la salute a maggiori rischi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) non esita a definire questa patologia come una delle sfide di salute pubblica più serie del 21esimo secolo, la cui prevalenza è cresciuta a ritmi allarmanti. Soprattutto nei paesi a basso e medio reddito, nelle aree urbane.

L’obesità può dare conseguenze anche sul lungo periodo. I bambini sovrappeso e obesi sono più propensi a soffrire di obesità anche nell’età adulta e a sviluppare patologie cardiovascolari e diabete in giovane età. Tuttavia l’obesità e le patologie ad essa correlate possono essere prevenute.

I dati dell’obesità infantile nel mondo e in Italia

L’obesità infantile è una patologia che non accenna a frenare la sua corsa. Stando ai dati OMS, nel 2016, il numero di bambini sovrappeso con meno di 5 anni nel mondo era stimato a oltre 41 milioni.

In Italia gli ultimi dati relativi all’obesità infantile risalgono al 2019, dal Sistema di Sorveglianza OKkio alla salute. Nel Bel Paese le percentuali di obesità infantile sono:

  • Il 20,4% dei bambini tra gli 8 e i 9 anni è in sovrappeso, il 9,4% soffre di obesità e il 2,4% è gravemente obeso;
  • Non c’è una grossa differenza tra i sessi: le bambine in sovrappeso e obese sono rispettivamente il 20,9% e l’8,8%, mentre i maschi sono il 20,0% e il 9,9%;
  • Se da una parte nel corso degli anni la percentuale di piccoli in sovrappeso è diminuita (da 23,4 % nel 2008-9 a 20,4% nel 2019),  trend inverso è quello che ha seguito l’obesità (9.3% nel 2016 e 9.4% nel 2019).

Quali sono le cause dell’obesità infantile?

L’obesità infantile è generalmente la diretta conseguenza di un disequilibrio tra le calorie assunte e consumate. Negli ultimi anni si è registrato un aumento di questo problema perché si è diffusa la tendenza a preferire cibi processati, ricchi di grassi e zuccheri ma poveri di vitamine, minerali e altri micronutrienti (ad esempio: merendine confezionate, patatine, ecc).

L’obesità è una malattia multifattoriale, che dipende da diversi fattori:

  • Maggior diffusione di uno stile di vita sedentario caratterizzato da poca o nulla attività fisica, anche tra i bambini;
  • Cause genetiche
  • Fattori di natura sociale e ambientale
  • Fattori economici
  • Fattori psicologici (ad esempio disturbi dell’alimentazione e della nutrizione)

Questo è particolarmente accentuato nei bambini perché a differenza degli adulti non hanno potere decisionale su dove vivere e su cosa mangiare. E, come sottolinea l’OMS, i bambini hanno una minore capacità di comprendere appieno le conseguenze a lungo termine del loro comportamento. Ecco perché è particolarmente importante lavorare sull’educazione alimentare nelle famiglie.

A causa della multifattorialità della patologia, è raccomandato che il paziente venga seguito da un team multidisciplinare di professionisti.

Lo stigma sociale

Spesso le persone affette da obesità devono sopportare discriminazioni e isolamento (si parla di “grassofobia“). In questo tipo di narrazione errata si tende a dipingere la persona come pigra, attribuendole colpe per la sua condizione clinica (un trattamento impensabile per qualsiasi altra malattia).

I bambini affetti da obesità possono essere vittime di bullismo, rimanendo isolati dai compagni e creando una situazione psicologicamente dolorosa. Per questo è importante creare consapevolezza sulla malattia.

Come prevenire l’obesità infantile

Prevenire l’obesità infantile è importantissimo per tutelare la salute dei più piccoli e garantire loro una prospettiva di vita più lunga e sana. La prevenzione parte dal nucleo familiare. Fondamentale, dunque, l’esempio dei genitori e delle figure di riferimento nell’educazione alimentare.

Spesso, però, i genitori sono i primi a non rendersi conto del fatto che i figli assumano troppe calorie rispetto al loro fabbisogno quotidiano o che siano in sovrappeso.  Stando ai dati del Ministero della Salute il 40,3% dei genitori di bimbi sovrappeso ritiene il proprio figlio normopeso e ben il 69,9% pensa che la quantità di cibo assunta dal bambino non sia eccessiva.

Ecco alcuni consigli per una dieta sana e bilanciata per i bambini:

  • La dieta deve essere il più varia possibile, anche se i piccoli tendono a una certa ripetitività nei cibi;
  • Struttura la giornata in 3 pasti principali e 2 spuntini;
  • Non saltare la colazione: serve per dare l’energia necessaria per la giornata. Due idee ottime sono: yogurt bianco + frutta fresca, latte (anche vegetale), cereali integrali non dolcificati e frutta fresca;
  • Il pranzo deve essere più ricco della cena, poiché di notte il consumo energetico è molto basso;
  • Non mangiare mai davanti alla tv, tablet o telefono: la distrazione non aiuta a percepire il senso di sazietà e a regolarsi;
  • La famiglia è il primo luogo di educazione alimentare: il bimbo impara a mangiare ciò che vede in famiglia;
  • Scegliere frutta e verdura di stagione: un “trucco” per far apprezzare anche le verdure potrebbe essere quello di fare un piccolo orto sul balcone o in giardino, fare gite per vedere dove crescono o preparare insieme il pasto che le comprende. Il bimbo si sentirà coinvolto e più propenso a provare frutta e verdura;
  • Non eccedere con carni rosse e affettati (una volta a settimana);
  • Leggere bene le etichette: attenzione agli zuccheri nascosti (soprattutto in bevande gassate e succhi di frutta)! Una lattina da 33cl di aranciata contiene circa 40g di zucchero, pari a circa 5 bustine.
  • Fare attività fisica (che sia sport o gioco attivo) un’ora al giorno, meglio all’aria aperta.

Dr.ssa Alessandra Perfetti, PhD
Biologa nutrizionista

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