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Con la mascherina cattivo odore: può essere alitosi

mascherina bianca su sfondo azzurro

La mascherina può nascondere parte del viso, ma c’è una cosa che proprio non può nascondere: l’alito cattivo. E per tanti italiani il periodo di lotta al covid19 è stato anche quello che ha fatto emergere il fastidioso problema dell’alitosi. E dal cattivo odore emesso dalla propria bocca, quando si deve indossare per molte ore un dispositivo di protezione individuale, non si scappa.

Cos’è l’alitosi?

L’alitosi non è solamente il cosiddetto alito pesante dopo un pasto o al risveglio. Per alitosi si intende il persistere dell’alito cattivo lungo tutto l’arco della giornata, nonostante l’igiene orale domiciliare. L’unico sollievo – temporaneo – può essere dato da mentine, collutori o dentifrici. Ma appena passa il loro effetto, l’odore cattivo ritorna. E non ci sono sconti: l’alitosi può colpire tutti: bambini, adulti o anziani. E’ quindi fondamentale indagare le cause con il proprio dentista o igienista dentale di fiducia per eliminare il problema alla radice.

Il cattivo odore può essere dovuto all’anidride carbonica?

Non ci sono scuse: l’anidride carbonica non causa il cattivo odore che si può sentire all’interno della mascherina. La CO2 che produciamo, infatti, è inodore. Gli odori spiacevoli sono tutti derivanti dal cavo orale.

E’ vero, però, che respiriamo (un poco) più anidride carbonica indossando la mascherina. Secondo la ricerca “Potential risks when some special people wear masks” a cura di Jama Network all’interno della mascherina respiriamo tra l’1,2 e il 3% di CO2 in più, mentre la percentuale di ossigeno scende del 17%. Valori che, comunque, non mettono a rischio in alcun modo la salute di chi (giustamente) indossa questi dispositivi di protezione individuale.

Cause dell’alitosi?

Le cause dell’alitosi, in tempo coronavirus, non sono diverse da quelle del pre-pandemia. Questo disturbo è legato, nella maggior parte dei casi, a cattive condizioni della bocca o ad abitudini che possono essere corrette:

  • La causa principale è la scarsa igiene orale, che favorisce la formazione di placca batterica;
  • Fumo e abuso di alcol: vanno a modificare l’ambiente batterico del cavo orale, incidendo soprattutto sulla produzione e sul pH della saliva;
  • Alcuni alimenti come aglio, cipolla e determinate spezie possono causare odori sgradevoli nell’alito fino a 72 ore dopo la loro assunzione;
  • Carie: causate dall’accumulo di residui di cibo, che se non rimosso può trasformarsi facilmente in placca, oltre che a provocare danni ai denti;
  • Gengivite e parodontite, l’una l’evoluzione dell’altra, portano all’accumolo di placca, che a sua volta causa il cattivo odore;
  • Semi – eruzione dei denti del giudizio: quando questi non emergono del tutto dalla gengiva, quest’ultima si può assottigliare, lasciando passare batteri e placca, i responsabili dell’alito cattivo;
  • Consumo di caffè: in quanto rallenta la produzione di saliva;
  • Componenti che portano l’accumulo di placca batterica, se non ben detersi: esempio apparecchio, ponti, otturazioni, ecc.

Se l’alitosi non è causata da questi fattori, è importante effettuare una visita più approfondita.

Come combattere l’alitosi?

«La cosa positiva è che alcune delle cattivi abitudini che causano l’alitosi possono essere modificate sin da subito: basta volerlo – ci spiega la nostra igienista dentale Carola Romanò -. Innanzitutto bisogna praticare una buona igiene orale:

  • lavare i denti per almeno due minuti, tre volte al giorno;
  • passare filo e scovolino;
  • detergere con attenzione la lingua, sopratutto prima di andare a dormire;

Sicuramente intraprendere un percorso di prevenzione con sedute programmate di igiene orale professionale è un passo importante per avere un sorriso sano e bello».

Amicodentista