Geriatria

Quando rivolgersi a un geriatra?

Foto da Pixabay

La Geriatria è quella branca della Medicina che si occupa della malattie dell’anziano. Sono considerati anziani gli individui che hanno superato i 65 anni di età.  Gli anziani spesso sono affetti da pluri-patologie che provocano un corteo di sintomi e disturbi invalidanti, disabilità fisiche e/o mentali che purtroppo con lo scorrere del tempo tendono ad aumentare e ad aggravarsi, condizionando progressivamente il grado di autonomia. Lo scopo della Geriatria è quello di rendere meno gravose queste disabilità e ritardare il declino funzionale – e quindi psicomotorio – dell’anziano e di migliorare la sua qualità di vita e a mantenere il più a lungo possibile la sua autonomia.

Qual è il significato di Geriatria?

La parola Geriatria deriva dal greco γέρων, “vecchio, anziano” e ἰατρεία, “cura”, e significa quindi, letteralmente, cura dell’anziano.

Da che età ci si può rivolgere al geriatra?

Il geriatra visita pazienti over 65 e fragili, ossia persone che cominciano ad avere disabilità e sintomi invalidanti, senza stabilità clinica.

In cosa consiste una visita geriatrica?

La visita geriatrica comprende tre momenti differenti:

  • La prima fase è quella dell’ascolto e della raccolta anamnesica. Il medico geriatra effettua un colloquio preliminare, molto importante e fondamentale per raccogliere le informazioni necessarie riguardanti le varie patologie di cui il paziente è affetto, i trattamenti e le cure intraprese fino a quel momento, il suo vissuto e le terapie in atto. In ultimo, ma non meno importanti, vengono indagati i bisogni, le criticità, i sintomi non controllati e i disturbi invalidanti. Molto importante è anche rilevare eventuali difficoltà gestionali della persona anziana che non è più autonoma e che spesso viene seguita dai familiari con notevoli difficoltà.  Per questo è consigliabile che sia presente alla visita anche il caregiver del paziente, ossia la persona principale che si prende cura dell’anziano.

    Bisogna ricordarsi di portare tutta la documentazione clinica del paziente (ultime lettere di dimissione di eventuali ricoveri in ospedale, referti di esami strumentali o ematochimici eseguiti negli ultimi anni e di eventuali visite specialistiche).

  • La seconda fase è quella della visita medica. Il medico verifica lo stato di salute dell’anziano e valuta tutti gli apparati e gli organi della persona, misura la pressione e rileva i parametri vitali. Il geriatra non si prende cura solo dei disturbi e sintomi fisici, di natura organica, ma cura anche i sintomi mentali che spesso affliggono le persone di una certa età, quali: l’ansia, la depressione, l’insonnia, la confusione, il disorientamento, l’agitazione, la stanchezza, l’inappetenza…

    È importante che ogni individuo venga valutato e curato nella sua complessità e globalità: fisica e psichica.

  • Definizione della terapia o del percorso di cura. Viene impostata e consigliata dal medico geriatra una terapia da seguire al domicilio. Vengono, inoltre, sempre dispensati consigli riguardanti la gestione del paziente, affinché possa essere garantito il suo benessere psicofisico e mantenuta la sua autonomia il più a lungo possibile. È molto importante istruire e supportare la famiglia nel suo percorso di assistenza all’anziano, perché spesso – oltre alle difficoltà pratiche e concrete che si scontrano con il vivere quotidiano – c’è anche un coinvolgimento emotivo, di sofferenza e di stress da parte del care giver e dei familiari più stretti che necessitano di essere informati, istruiti, guidati, aiutati in questo percorso difficile e soprattutto supportati e non lasciati soli.

Quanto spesso il medico geriatra rivede i suoi pazienti?

È utile che il paziente venga rivalutato nel tempo con appuntamenti periodici, secondo necessità. Le patologie dell’anziano, infatti, sono evolutive, quindi tendono a peggiorare con il passare del tempo e a fasi di stabilità o miglioramento clinico, possono seguire fasi di declino e peggioramento con progressiva perdita di autonomia.  Diventa, perciò, molto importante effettuare periodicamente una rivalutazione non solo delle condizioni cliniche del paziente, ma anche della terapia in atto.

Quali sono i sintomi più frequenti nell’anziano?

I sintomi più frequenti e invalidanti che affliggono le persone anziane generalmente sono:

  • incontinenza urinaria
  • ansia, depressione, insonnia
  • astenia, inappetenza
  • perdita di peso (talvolta legata alla difficoltà di deglutizione o di masticazione)
  • disturbi digestivi
  • confusione mentale, disorientamento
  • deficit mnesici (di memoria)
  • sintomatologia dolorosa cronica (legata alla presenza di varie malattie)
  • problemi legati all’allettamento: piaghe da decubito

Quali sono le malattie più frequenti nell’anziano?

Le malattie più frequenti di cui sono affette le persone anziane sono:

  • le demenze senili
  • il morbo di Parkinson
  • l’artrosi e l’osteoporosi che spesso provocano fratture patologiche
  • il diabete mellito
  • l’ipertensione arteriosa
  • cardiopatie
  • l’insufficienza renale
  • l’anemia cronica

Si può convivere anche per lungo tempo con tante patologie croniche, controllando i sintomi e i disturbi correlati con la progressione delle stesse, affinché venga garantita la miglior qualità della vita e mantenuto il maggior grado di autonomia possibile. Non sempre si può guarire, ma sempre si può curare. E sempre ci si deve prendere cura della persona malata.

Come gestire il dolore cronico nell’anziano?

Convivere con il dolore è altamente invalidante. Il dolore inficia la qualità della vita, le relazioni interpersonali, fa perdere l’appetito, condiziona in senso negativo il riposo notturno, peggiora il tono dell’umore, riduce la capacità di vigilanza e di concentrazione. Nelle persone anziane, inoltre, influisce anche sul grado di autonomia.

Sopportare il dolore, a qualsiasi età, non ha senso.

Il dolore acuto o cronico può e deve essere controllato da una adeguata terapia antalgica.  Soprattutto le persone anziane sono afflitte da dolori invalidanti e persistenti, per usura dell’apparato scheletrico e per le pluri-patologie croniche di cui sono affette. Cosa si può fare? Sempre può essere instaurato un adeguato trattamento antalgico.

I farmaci che vengono generalmente prescritti per un dolore cronico, persistente da oltre sei mesi, appartengono alla categoria degli oppioidi, deboli o forti. Gli oppioidi possono essere assunti per lunghi periodi o anche per tutta la vita, anche dalle persone anziane che assumono diversi farmaci e hanno una terapia complessa. Esistono varie formulazioni, ci sono farmaci che possono essere assunti per bocca, oppure possono essere utilizzati dei cerotti o somministrati tramite altre vie (intramuscolare, per via sottocutanea, etc…). Talvolta utili possono essere le infiltrazioni dei punti dolenti che possono essere effettuate ciclicamente dal terapista del dolore presso i nostri ambulatori.

Dr.ssa Marika Fanelli
Medico chirurgo esperto in Geriatria, Terapia del Dolore e Cure Palliative