Fisioterapia Ostetricia

Riabilitazione del pavimento pelvico: a chi serve, quando e perchè

Una donna, in tenuta da ginnastica, tiene le mani sui fianchi
La salute del pavimento pelvico è essenziale per il benessere generale

Le alterazioni anatomiche e funzionali del pavimento pelvico interessano soprattutto le donne. Tra i problemi più comuni: incontinenza, prolasso degli organi pelvici, stipsi, dolore nei rapporti sessuali, dolore pelvico cronico.

La riabilitazione pelvi-perineale si è affermata negli ultimi vent’anni come efficace strumento nella prevenzione e nella terapia delle disfunzioni del sistema genito-urinario e colon-proctologico grazie all’utilizzo di diverse terapie manuali e strumentali. Certamente i problemi che riguardano il perineo non influenzano la durata media della vita, ma incidono molto sulla qualità, dal punto di vista sociale, psicologico, emotivo e sessuale.

Le alterazioni anatomiche e funzionali del pavimento pelvico interessano prevalentemente il sesso femminile, con un’incidenza che aumenta progressivamente col progredire dell’età fino a superare il 40% della popolazione oltre i 60 anni di età. In Italia le stime parlano di oltre 4 milioni di donne affette da patologie del pavimento pelvico.

Che cos’è il pavimento pelvico?

Il pavimento pelvico è un insieme di muscoli e legamenti che chiudono la parte inferiore della cavità addominale, la sua funzione è quella sostenere gli organi pelvici (vescica, uretra, utero, vagina e retto) e garantire le funzioni minzionali, defecatorie e sessuali.  Come ogni muscolo del nostro corpo può modificarsi in base a abitudini o eventi della nostra vita, che possono renderlo più contratto o più debole, alterando le sue funzioni.

Quali sono i fattori di rischio che possono alterare le funzioni del perineo?

  • Gravidanza e parto: possono comportare debolezza della muscolatura, dolore o possibili danni da parto;
  • Menopausa: la scarsa produzione ormonale può ridurre l’efficacia muscolare;
  • Fumo, obesità, sovrappeso: l’aumento delle pressioni sul pavimento pelvico riducono la capacità contrattile del perineo;
  • Costipazione: le continue spinte aumentano lo stress sul pavimento pelvico;
  • Disfunzioni ostearticolari: disfunzioni o dolori lombosacrali possono alterare l’efficienza della muscolatura del pavimento pelvico;
  • Attività sportiva o sport ad alta intensità;
  • Radioterapia: usata per la cura di alcune forme tumorali della vescica e dell’utero che possono danneggiare i tessuti circostanti.

La riabilitazione del pavimento pelvico: linee generali

La riabilitazione del pavimento pelvico ha come obiettivo quello di ripristinare l’attività degli sfinteri uretrali e anali, garantendo quindi la continenza, il sostegno e il corretto svuotamento.

Il terapista si avvale di diverse conoscenze e tecniche atte a normalizzare il tono muscolare del pavimento pelvico, educa il paziente ad adeguate strategie comportamentali, come ad esempio: la corretta assunzione di liquidi, la gestione dei tempi minzionali o le adeguate strategie di svuotamento e consiglia e addestra all’utilizzo di adeguati ausili terapeutici.

Quando serve la riabilitazione?

La riabilitazione del pavimento pelvico è indicata per:

  • Incontinenza urinaria e fecale
  • Prolasso degli organi pelvici
  • Disfunzioni fecali: stipsi o dissinergia del pubo-rettale
  • Disfunzioni sessuali
  • Dolore pelvico cronico
  • Vescica neurologica
  • Nel pre e post parto;
  • Prima e dopo interventi alla prostata, alla vescica, all’uretra e all’utero, sia a scopo preventivo che curativo. 

Come funziona il percorso riabilitativo?

Il percorso riabilitativo si compone di una prima parte valutativa, dove si raccolgono i dati anamnestici si indaga sulla natura del problema, sulla qualità e stile di vita del paziente, valutando poi le abitudini comportamentali, lo stato e la capacità contrattile del pavimento pelvico.

Sulla base dei dati raccolti il terapeuta pianifica in accordo con il paziente gli obiettivi da raggiungere e imposta un programma riabilitativo personalizzato che, a seconda delle diverse situazione, potrà avvalersi di differenti strategie:

  • La terapia comportamentale: si basa sulla conoscenza e consapevolezza del perineo, sull’educazioni di nuove abitudini o utilizzo di ausili atti a preservare o recuperare le funzioni.
  • L’esercizio terapeutico: prevede l’esecuzione di esercizi di contrazione e rilassamento del pavimento pelvico allo scopo di acquisire  la capacità di attivazione automatica  del perineo durante il movimento, la respirazione e  il mantenimento delle diverse posture, eliminando schemi o compensi scorretti.
  • Terapia manuale: tecniche di mobilizzazione articolare o rilascio muscolare da parte del terapista specializzato
  • Biofeedback: tecnica di terapia fisica strumentale che consente di registrare l’attivazione muscolare volontaria, grazie all’utilizzo di sonde endocavitari contenenti elettrodi. Il segnale registrato viene trasformato da un elaboratore in uno stimolo visivo e uditivo, in modo da dare un feedback al paziente rendendolo consapevole dei suoi muscoli pelvici e della loro funzionalità.
  • Elettrostimolazione: terapia fisica strumentale eseguita con apposite sonde vaginali o anali e/o elettrodi superficiali che conducono impulsi elettrici per stimolare la muscolatura a contrarsi.

A chi ci si deve rivolgere per la riabilitazione del pavimento pelvico?

Il percorso diagnostico terapeutico avviene mediante l’intervento e la collaborazione di un team multidisciplinare formato da figure mediche: ginecologo, proctologo e urologo e una figura professionale sanitaria esperta in riabilitazione del pavimento pelvico: fisioterapista o ostetrica.

La cura del pavimento pelvico deve partire dall’età fertile, è quindi utile conoscerlo, prendere consapevolezza di questo muscolo e preservare la sua integrità trattandolo come ogni altro muscolo del corpo, rinforzandolo se troppo debole, allungandolo se è troppo corto e intervenendo se causa dolore.

Dott.ssa Greta Caramenti
Fisioterapista esperta nella riabilitazione del pavimento pelvico

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