Cardiologia

Giornata mondiale del Cuore: l’importanza della prevenzione

Foto di un cardiologo
Foto di Karolina Grabowska da Pexels

Sono un killer silenzioso. E spietato. Le patologie cardiache tutti gli anni colpiscono quasi 18 milioni di persone al mondo. Per l’esattezza: 17,9. Numeri da capogiro che fanno sì che le malattie cardiovascolari e ictus risultino la prima causa di morte e di disabilità al mondo. Nonché la prima tra le cause di morte date da malattie non trasmissibili (oltre il 50%). Come fermarle? Sicuramente la prevenzione cardiovascolare è un grande alleato in questa battaglia. La Giornata mondiale del Cuore di oggi, 29 settembre, è dedicata alla creazione di consapevolezza e alla diffusione di buone pratiche di prevenzione sui fattori su cui si può agire come alimentazione, attività fisica, consumo di tabacco e alcol. Controllando i fattori di rischio, infatti, si potrebbe avere una riduzione di almeno l’80% di decessi prematuri legati a malattie cardiache e ictus, come riporta l’Associazione Italiana Cuore e Rianimazione.

Cos’è la giornata mondiale del cuore?

La Giornata mondiale del Cuore è stata istituita dalla World Heart Federation (WHD), una comunità globale che raggruppa la medicina cardiovascolare, mettendo assieme gruppi di pazienti, medici e scienziati. Ogni anno questa ricorrenza viene celebrata il 29 settembre per sensibilizzare la popolazione sull’importanza della prevenzione delle malattie cardiovascolari.

Il tema della campagna 2021 del World Heart Day è “Use heart to connect”, ossia “Usa il cuore per connetterti” per porre l’accento sulle potenzialità della salute digitale per migliorare la consapevolezza, la prevenzione e la gestione della malattia cardiovascolare (CVD) a livello globale.

I dati sulle malattie cardiovascolari in Italia

La situazione delle malattie cardiovascolari in Italia non si discosta di molto rispetto ai dati allarmanti a livello globale. Come fotografa l’Istat le malattie del sistema circolatorio, al 2018, rappresentavano ancora la principale causa di morte nel nostro Paese essendo responsabili del 35% circa dei decessi.

In Europa, secondo i dati della quinta edizione dello European Cardiovascular Disease Statistics, invece, sono oltre 80 milioni le persone affette da malattie cardiovascolari (il 48% uomini e il 52% donne) e queste sono responsabili di 3,9 milioni di decessi annui (45% di tutte le cause di morte).

Quali sono i fattori di rischio cardiovascolare?

Le malattie cardiovascolari presentano diversi fattori di rischio: alcuni non modificabili (familiarità, sesso o età) e altri su cui, invece, si può agire:

  • Tabagismo (fumo)
  • Consumo eccessivo di alcol
  • Scarsa attività fisica
  • Alimentazione non equilibrata (ipercalorica, ricca di grassi, zuccheri e sale, povera di frutta e verdure)
  • Sovrappeso e obesità
  • Ipertensione arteriosa
  • Dislipidemie (colesterolo alto, valori aumentati di colesterolemia e/o di trigliceridemia)
  • Diabete mellito
  • Stress

Come prevenire le malattie cardiovascolari?

Prevenzione cardiovascolare è prevenzione di evento cardiaco ischemico o cerebrale: ossia tenere le coronarie (arterie che nutrono il cuore) il più possibile pulite. Se ci sono incrostazioni il cuore ne risente dando l’angina o l’infarto. Fattori di rischio coronarico vanno evitati. Rischio parte già dalla giovane età.

  • Evitare il fumo o smettere di fumare: a due anni dall’ultima sigaretta il rischio di malattie coronariche si riduce notevolmente, mentre dopo 15 anni, il rischio ritorna ai livelli di un non fumatore;
  • Evitare alcol;
  • Fare attività fisica (per bruciare zucchero e colesterolo e abbassare la pressione): va bene anche camminare, fare le scale, ballare, giocare con i propri animali;
  • Ridurre il grado di stress: lo stato di tensione dato dallo stress porta a uno spasmo della coronaria e va a fare da acceleratore per altri fattori di rischio (si fuma, beve, mangia di più se si è in uno stato tensivo, così come probabilmente si trova meno tempo per l’attività fisica).

La prevenzione si costruisce fin da giovani:

Prevenzione: quando fare la prima visita cardiologica?

Per quanto riguarda la prima visita cardiologica non esistono indicazioni univoche ed assolute. «Non c’è un criterio ben preciso: può arrivare il ragazzo di 35 anni infartuato, così come l’uomo di 80. Generalmente, se si presenta un fattore di rischio cardiovascolare, è bene pensare di fare una prima visita cardiologica già dai 40 anni – spiega il dottor Stefano Meani, cardiologo di Amicomedico -. Dai 30 anni, invece, è consigliato almeno fare esami del sangue e una misurazione della pressione».

Per coloro che svolgono attività fisica, anche a livello dilettantistico e non agonistico, è consigliato sottoporsi a un elettrocardiogramma.

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