Mondo dentisti

Sensibilità dentale: cause e rimedi

Dettaglio di due persone che fanno cin cin con due bicchieri di cocktail ghiacciati

Un morso di gelato, un sorso di té freddo con ghiaccio, una tazza di caffè caldo. Una serie di cibi e bevande apparentemente innocue, ma se si soffre di sensibilità dentale un vero trio del terrore. Il problema è più diffuso di quanto si pensi: secondo l’indagine 2018 promossa da Gsk Consumer Healthcare otto italiani su 10 hanno dichiarato di soffrire di almeno un disturbo del cavo orale. Il primo, e più diffuso, è risultato appunto la sensibilità dentinale con il 48% degli intervistati che ha confermato di soffrirne.

Cos’è la sensibilità dentale?

La sensibilità dentale, conosciuta anche come ipersensibilità dentinale, si presenta come un fastidio o un dolore acuto e improvviso ogni volta che la persona ingerisce cibi dolci o acidi oppure caldi o freddi. Un dente diventa sensibile quando vengono meno le sue difese e la dentina, la parte più interna, è esposta. Non c’è più, quindi, la protezione di smalto, cemento e gengiva. Se si verifica questa situazione l’ambiente orale viene messo in contatto, per mezzo dei tubuli dentinali, con la polpa del dente. In poche parole le sostanze ingerite hanno una via d’accesso facilitata al nervo e provocano dolore. Tanto da far vedere le stelle.

Le cause della sensibilità

La sensibilità dentale può essere scatenata da più fattori:

  • un errato spazzolamento dei denti insieme all’uso di dentifrici troppo abrasivi può provocare l’esposizione della dentina attraverso l’usura dello smalto e la retrazione del margine gengivale (recessione gengivale);
  • l’assunzione frequente di bevande o cibi acidi (spremute di arancia o pompelmo, succhi di frutta, bibite, yogurt) può provocare lesioni dello smalto, specialmente se li si consuma freddi o prima di andare a dormire;
  • disturbi che provocano un reflusso acido dallo stomaco o dal vomito frequente, come ad esempio disturbi alimentari (anoressia e bulimia) o gravidanza;
  • Bruxismo, ossia digrignare i denti;
  • Malattia parodontale;
  • Sbiancamento dentale (può portare sensibilità temporanea);
  • Carie.

Valutazione e trattamento

La sensibilità può essere trattata grazie ai consigli del dentista o dell’igienista dentale di fiducia. Nella maggior parte dei casi la cura si basa su semplici raccomandazioni da seguire a casa:

  • Buona igiene orale (lavare i denti con lo spazzolino almeno due volte al giorno per almeno due minuti) e usare filo e scovolino almeno una volta al giorno;
  • Utilizzare dentifrici poco abrasivi e al fluoro;
  • Applicare minor forza nello spazzolamento;
  • Limitare l’assunzione di bevande acide come succhi;

Altre volte la cura può richiedere trattamenti con sostanze desensibilizzanti ad azione topica o terapie restaurative o parodontali che verranno effettuati dal dentista.

Se la sensibilità persiste, il consiglio è quello di rivolgersi a un professionista della salute dentale per una diagnosi completa ed escludere malattie del cavo orale.

Dott.ssa Carola Romanò
Igienista dentale