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Guida al ciuccio: tutti i pro e i contro

Un bambino piccolo con in bocca un ciuccio
Foto da Pixabay

Da piccoli è capitato a tutti di usare il ciuccio o succhiare il pollice. Un gesto semplice e spesso consolatorio per il bambino. E se, rimanendo sporadica, questa abitudine non risulta dannosa, il suo protrarsi negli anni, invece, può provocare malformazioni allo scheletro facciale e alla disposizione dei denti, nonché difetti di pronuncia. Vediamo quindi insieme quando introdurre il ciuccio, come scegliere quello più adatto, quando e come toglierlo.

Quando introdurre il ciuccio nei neonati

Partiamo dalle basi: il ciuccio non è uno strumento necessario per lo sviluppo del bambino, quindi, se il piccolo dovesse rifiutarlo, non è necessario forzarlo nel suo utilizzo. Se invece decidete di introdurre il ciuccio, ed il bimbo è d’accordo, il consiglio è quello di non darlo prima dei 20-30 giorni di vita (per non interferire con l’allattamento) e di cercare di utilizzarlo solamente nel momento della nanna.

Perché si usa il ciuccio

Il ciuccio ha principalmente una funzione consolatoria, ossia quella di calmare il bambino in momenti di stress o disagio, come ad esempio quando soffre di coliche o fatica ad addormentarsi.

Come approfondiremo a breve, inoltre, il ciuccio è anche un alleato nella prevenzione della SIDS (Sudden Infant Death Syndrome, ossia la morte in culla).

Il ciuccio previene la SIDS?

Sì, l’utilizzo del ciuccio previene la SIDS, ossia la morte improvvisa in culla. A chiarirlo è direttamente il Ministero della Salute che ne raccomanda l’uso durante il sonno del neonato. Tuttavia se il piccolo dovesse rifiutare il succhiotto non va forzato e, se dovesse perderlo durante il sonno, non è obbligatorio riposizionarlo in bocca.

Quale ciuccio scegliere

Molti pediatri, logopedisti e dentisti concordano: il ciuccio migliore e da mantenere è quello della dimensione più piccola: 0m+ (zero mesi e più). Nonostante in commercio, infatti, esistano ciucci che crescono con il crescere del bambino, questa misura renderà più facile e meno traumatico l’abbandono del ciuccio stesso entro i 2 anni di età e farà sì che l’esperienza di suzione del piccolo sia il più simile possibile a quella dell’allattamento (le tettarelle delle dimensioni superiori, infatti, tendono ad essere molto grosse e troppo ingombranti). Inoltre, e non da ultimo, un ciuccio di dimensioni superiori può provocare danni maggiori alla crescita scheletrica e muscolare della bocca.

Quindi, qualsiasi sia l’età del bambino (1 mese, 3 mesi, 6 mesi o 9 mesi) la taglia migliore di ciuccio rimane quella da 0m+.

No al ciuccio. E se ha già il vizio…

Ciuccio: perché no?

Nonostante come abbiamo visto il ciuccio abbia anche dei vantaggi (su tutti la prevenzione della SIDS e la funzione consolatoria), esistono anche diversi motivi per cui il suo utilizzo è sconsigliato, soprattutto oltre i 2 anni di età:

  • Favorisce le malocclusioni, soprattutto se viene usato dopo i 3-5 anni. Le malocclusioni si verificano quando i denti dell’arcata superiore non sono allineati con quelli inferiori (es. sono più sporgenti o più ritratti) o si ha un morso aperto o incrociato.
  • La lingua si abitua a stare in basso e a riposo, mentre invece dovrebbe tenere una posizione alta e contro il palato.
  • Il palato cresce in modo errato, poiché la lingua non spinge contro di esso e non lo aiuta a crescere. E’ quindi piuttosto frequente che questa situazioni risulti in un palato stretto (con conseguenti problemi respiratori e ortodontici).
  • Alterazione del morso.
  • Viso disarmonico con ipertonie o ipotonie.
  • Problemi di tipo funzionale legati all’accrescimento scheletrico e alla deglutizione;
  • Possibile compromissione della pronuncia dei suoni dentali come T e D e delle sibilanti come S, Z, TS.

Come e quando togliere il ciuccio

Le linee guida sono concordi: il ciuccio va tolto dai 2 anni ed entro il terzo anno di vita. Ma come toglierlo al bambino? Come anticipato, la scelta di utilizzare un ciuccio di taglia 0m+ potrebbe essere già un fattore di abbandono del ciuccio, anche spontaneo, da parte del bambino. Se ciò non dovesse succedere, tuttavia, è bene far sì che l’addio al ciuccio non risulti traumatico per il piccolo. Una soluzione potrebbe essere quella di raccontare una storia (ad esempio: regalare il ciuccio a Babbo Natale come ringraziamento per i regali ricevuti, regalare il ciuccio a una stellina appena nata e salutarla insieme prima della nanna) o, invece, proporre al bimbo di dare il proprio ciuccio a un cuginetto o a un fratellino più piccoli.

Attenzione allo zucchero e al miele

Il ciuccio, così come il biberon, non deve mai essere imbevuto di sostanze zuccherine o di miele. Questa cattiva abitudine, infatti, favorisce il rischio carie nei bambini (carie da biberon) e li porta, inoltre, a preferire cibi meno nutrienti e con un alto contenuto calorico, favorendo una dieta scorretta.

Dr.ssa Carola Romanò
Igienista dentale

Fonti: