Le allergie respiratorie più comuni in età pediatrica sono la rinocongiuntivite allergica e l’asma allergica. Il perché queste allergie siano in aumento lo si deve in parte all’aumento dell’inquinamento atmosferico che modifica le concentrazioni polliniche stagionali (allergeni outdoor), e in parte alla sensibilizzazione maggiore dei bambini per gli acari della polvere, vivendo in ambienti chiusi di comunità e per il pelo d’animale essendoci un incremento costante nelle case con bambini, degli animali da compagnia (allergeni indoor) che destabilizza il loro sistema immunitario al punto tale da rendere, i soggetti predisposti, sensibili ad una iper-risposta da parte di alcune cellule anticorpali denominate IgE.
Come capire se il bambino è allergico?
Per capire se ci troviamo di fronte ad un bambino allergico dobbiamo prendere in considerazione:
- l’anamnesi familiare (raccolta delle informazioni relative ad eventuali allergie nei genitori e nei parenti di primo e secondo grado)
- l’anamnesi personale (i sintomi manifestati dal bambino, l’eventuale stagionalità, la presenza di animali domestici, i fattori scatenanti, etc)
Una volta che abbiamo fatto un’anamnesi accurata, allora decideremo quale eventuale approccio diagnostico attuare:
- I test epicutanei (prick test) a lettura immediata : in 15 minuti abbiamo l’esito .
- I rast test (esame del sangue) che permettono di studiare serie molteplici di allergeni con il dosaggio di IgE specifiche di quei dati allergeni.
Quali cure?
La cura adeguata dell’allergia e dei sintomi ad essa correlati può limitare il disagio del bambino soprattutto in età scolare: i sintomi possono sia migliorare con il trascorrere degli anni, cosi come possono peggiorare. E’ una condizione che dipende dal tipo di allergia, se stagionale o perenne, dal tipo di esposizione all’allergene, dalla compliance del paziente ad assumere le terapie.
Alcuni pazienti allergici possono trarre beneficio dalle terapie desensibilizzanti che riducono la risposta eccessiva dell’organismo nei confronti di quegli allergeni.
Questo tipo di terapie, finalizzate a desensibilizzare il paziente possono essere somministrate per due vie:
- Le sublinguali vanno assunte quotidianamente a domicilio: o tutto l’anno o nel periodo pre-costagionale a seconda del tipo di allergia identificata.
- Le sottocutanee invece vanno somministrate dal medico una sola volta al mese per un periodo lungo (3-5 anni). Queste terapie possono essere distinte in sottocutanee con ago (adolescenti e adulti) e senza ago (needle free) indicate per i bambini dai 5 anni di età. La terapia needle free consiste nella somministrazione attraverso un device che permette l’infusione ad alta velocità senza bucare la cute. “No pain, no allergy” potrebbe essere lo slogan per questa terapia.
L’allergia è ereditaria?
Ciò che si eredita non è l’allergia ma la predisposizione genetica alle allergie. Se un genitore è allergico il bambino avrà X possibilità di essere allergico. Se entrambi i genitori soffrono di allergia, il bambino ha un rischio di allergia molto maggiore.
Covid-19 o allergia: come distinguere i sintomi?
- Di sicuro il medico deve fare un’accurata anamnesi, cioè una meticolosa raccolta dei dati. Si procede tramite anamnesi familiare e personale in primis.
- Stagionalità: serve per individuare la genesi allergica.
- Sintomi: i sintomi riferiti sono molto importanti. Trattandosi di allergia il paziente manifesta sintomi ricorrenti e correlati all’esposizione all’agente allergenico. Così come non avremo febbre o altri sintomi invece ascrivibili ad infezione.
Facciamo qualche esempio: nelle infezioni da coronavirus insorge un’anosmia (impossibilità a sentire gli odori) con ostruzione nasale che però differisce dall’ostruzione da allergia (in cui ho una risposta seppur temporanea ai vasocostrittori nasali e agli antiistaminici topici in spray). Così come la rinocongiuntivite allergica differisce dalla congiuntivite che talora si presenta con caratteristiche purulente riscontrata in alcuni pazienti affetti da coronavirus. Se pensiamo poi al paziente con asma allergico, lo stesso riferirà al medico l’esposizione all’allergene come causa dei sintomi, mentre nel paziente adulto con coronavirus i sintomi respiratori (tosse e broncospasmo hanno una caratteristica di insorgenza e di espressione clinica assai diversa dall’allergia) in quanto sostenuti dal virus patogeno.
Un documento del giugno 2020, pubblicato sull’Italian Journal of Pediatrics ad opera della SIAIP (Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica) a cui io stesso appartengo, ha sottolineato la necessità di un management pragmatico dei bambini e degli adolescenti con malattia allergica o immunologica durante la pandemia. Fortunatamente, al presente, i bambini e i giovani sono meno coinvolti in termini di incidenza e di severità di malattia, ma comunque la pandemia ha già dimostrato che può colpire ogni età. Per questo il panel di esperti ha redatto queste linee guida al fine di curare al meglio questi pazienti per mantenere il loro sistema immunitario sempre attivo e vigile per combattere il virus pandemico.